le filastrocche confinano:
a nord con i proverbi
a sud con la magia
a est col gioco
a ovest con la poesia…

 

 FILASTROCCHE E MAGIA
 
In tante filastrocche entrano parole magiche, mutuate da tempi  così antichi da non poterle ricordare coscientemente. 
“ambaraba ccicci coccò” per esempio è una parola che racchiude in sé il senso del magico e il nonsense del gioco. 
 L’antica filastrocca consolatoria:

“male malosso,
vien via tutto l’osso,
quello che ci resta
fuori dalla finestra”

Cos’è se non una formula magica?

La durata di questa filastrocca è esattamente quella che passa fra la botta e il sollievo, dura il tempo di un piccolo pianto. E’ una formula che consola e fa guarire. Magicamente.

 

Così come la famosa:

“piove piove viene il sole
la madonna raccoglie un fiore
lo raccoglie per Gesù
Piove piove non piove più”

Pura funzione magica mescolata, in questo caso al sacro. 
O, ancora, la conta: 

“ aliulè Katamosè
cata profiti lusignè
tulilen blen blen
tulilen blem blum “

Da quale arcano mondo arrivano queste parole? Puro suono? O formula magica ancora?

 

FILASTROCCHE E GIOCO

 
Le filastrocche sono fra le prime forme verbali strutturate che impariamo da piccoli.
Quelle che rimangono sepolte nella memoria e riemergono da grandi, quando a nostra volta dobbiamo giocare con un bambino e farlo magari  galoppare sul ginocchio.
Quel:

“Trotta trotta pier balotta
un formaggio e una ricotta
un paiol di tagliatelle
per riempir queste budelle”

Accompagna il gioco simbolico del “facciamo finta che” giocato in una società contadina in cui non solo c’era poco da mangiare, ma c’erano anche pochi giocattoli…
Il ritmo delle filastrocche scandisce la conta, e qui torniamo alla famosa
“ambaraba ciccì coccò” o a “Sotto il ponte di baracca ecc”  
Puro gioco? Non solo. Anche rito: la conta è un rito, attraverso il quale la comunità con questa formula formalizzava (e i bambini lo fanno ancora),  l’esclusione di un proprio membro in modo indolore. E il tutto attraverso una filastrocca.   
Tutto questo per dire che dietro ad una filastrocca è molto di più che quattro righe messe in versi.  Dietro la filastrocca c’è:

 

LA FUNZIONE

Funzione magica (propiziatoria degli eventi)
Funzione taumaturgica  (le varie filastrocche di consolazione)
Funzione di trasmissione di saperi e comportamenti  (le filastrocche dei mesi o delle dita, per esempio)
Funzione rituale (le conte e i girotondi)
 
E’ utile per chi vuole scrivere una filastrocca chiedersi “che funzione ha”
 

“Un Nido di filastrocche”  si inserisce nel filone primario della filastrocca intesa come funzione e  scandisce i vari momenti della giornata di un bambino.
 

 PERCHE’  UNIRE LA MUSICA?

Abbiamo detto che la filastrocca ha di per sé una forza, perché risponde ad una funzione. Con la musica si aggiunge una emozione e se ne rafforza la valenza.